Nella mappa sono segnalate le fornaci per fittili individuate nel territorio montopolese dal Medioevo ai primi del Novecento
Nell’area corrispondente all’attuale territorio comunale di Montopoli in Val d’Arno tra Medioevo ed Età contemporanea esistevano diverse località che ben si prestavano alla produzione di materiale fittile, dove erano localizzate le fornaci. Se nel Medioevo i forni per fittili sembrano localizzarsi in zone proficue per le attività, ma per lo più in prossimità dei castelli per i quali dovevano provvedere alla fabbricazione dei materiali edilizi (S. Andrea alle Fornaci/Montevecchio a Montopoli e il Bastione a Marti), con il passaggio tra Medioevo ed Età moderna esse si trovano in aperta campagna, per servire alle necessità delle fattorie e degli enti ecclesiastici del territorio (Malvecchiaia, Mazzana, Immaginetta e forse anche Luvialla).
La produzione di materiali fittili fu una delle attività praticate a Montopoli e dintorni fino dal tardo Medioevo. Come in molte altre località del Basso Valdarno, essa prese piede nel corso del secolo XIII con uno sviluppo più deciso dal Trecento, in particolare per quanto riguardava i laterizi da costruzione e quindi la ceramica da mensa.
Le fornaci più antiche
Nel Trecento nel territorio esistevano diverse fornaci per mattoni, tra le quali alcune comunali, per la conduzione annuale delle quali si dovevano osservare precise norme riportate nello Statuto di Montopoli del 1360. Tale attività doveva provvedere alla realizzazione di mattoni e tegole delle mura e delle altre strutture difensive del castello, al tempo realizzate in laterizi. Secondo alcuni studiosi il forno controllato dal Comune in origine doveva trovarsi nella Bandita di Luvialla (attuale zona de L’Angelica), dalla quale nel XVI secolo fu trasferito forse nella zona di Napraia o di Montevecchio dove in antico esistevano già delle fornaci.
Le fornaci di età medievale
Le indagini archeologiche per il momento hanno consentito invece di individuare con maggiore certezza un paio di fornaci per laterizi di età medievale nella zona di Marti. Nell’area ai piedi de Il Bastione è stato scavato un forno per la produzione di mattoni attivo tra tardo XIII e i primi decenni del secolo successivo, probabilmente impiegato anche nella cottura dei laterizi impiegati nella rifortificazione trecentesca del castello e nella costruzione della pieve di Santa Maria Novella di Marti, elevata intorno al 1330. Un’altra fornace trecentesca sempre per laterizi è stata localizzata e scavata a Malvecchiaia.
Schede archeologiche
Le fornaci di età moderna e contemporanea
Maggiori informazioni disponiamo risalendo verso l’Età moderna e contemporanea. A Montevecchio, il colle posto a sud-est in prossimità di Montopoli, già dominio della famiglia Cerbini di Firenze, oltre ad una cappella dedicata a Sant’Andrea, dovettero continuare ad essere attive delle fornaci, donde deriva l’attuale denominazione di via Sant’Andrea alle Fornaci. Un’altra sede indirizzata alla produzione fittile si trovava lungo le sponde del Chiécina, nel podere La Marginetta. In base alle ricerche negli archivi della famiglia Majnoni Baldovinetti, proprietaria di quei terreni, sappiamo che essa è attestata con certezza e, forse costruita, alla fine del primo decennio del XIX secolo. Un’altra area produttiva, forse da laterizi, di età moderna o contemporanea è stata individuata infine in una sezione esposta nella zona di Mazzana, poco ad ovest di Marti.