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Giuliana Ciampini

Decoratrice

È nata nel marzo del 1928. Ha cominciato a lavorare presso la manifattura di terrecotta di Dante Milani poco prima della Seconda Guerra Mondiale circa all’età di 14 anni, passando quasi subito a fare la decoratrice.
Ha interrotto momentaneamente quest’attività durante il passaggio dei nazisti e poi è tornata a lavorarci nel Dopoguerra, rimanendo fino alla chiusura, che non si sovviene di preciso in quale anno avvenne.

Si ricorda che una delle due figlie gemelle di Milani durante la Guerra sposò un ufficiale americano e se andò via; invece una terza figlia, Giuseppina, si separò dal marito e tornò a Montopoli dove lavorò e prese parte alla gestione della ditta (tra anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo).
Al tempo nel quale lei lavorava come decoratrice c’era ancora il fratello del Milani, Guido, che insegnava come disegnare. Ad esempio per far disegnare le foglie le prendeva dal giardino e le mostrava, oppure invitava i decoratori a seguirlo nella vicina campagna per far vedere come si disegnava l’uva.
In un primo periodo Guido Milani pendolava da Padova, venendo a Montopoli soprattutto durante l’estate; poi durante la Guerra venne ad abitare a Montopoli, dove finì per rimanere.

Il timbro all’epoca in cui ci lavorava – forse quando era più grande – era di metallo ed era quello con la M e la T, ovvero Milani-Taucci (il cognome della moglie). Lei nel caso incideva sotto i vasi che decorava solo le sue iniziali, ovvero G.C., oppure scriveva “Giuliana”.
Per quanto riguarda gli spolveri, lei maggiormente le copiava da opere di grandi artisti, essendo molto brava a rifare i ritratti ed in generale i volti (“i visi”).
Lei fece anche un’anfora grande come quella del Museo Civico, che fu mandata negli Stati Uniti, ma non sa bene dove. Per questa fu ricompensata con lire 10.000. Ma non si ricorda bene in che anni questo avvenne.
Anche la famiglia di suo marito, i Sani, eccetto lui stesso, fu tutta impiegata con varie mansioni alla fabbrica Milani.

La fabbrica di terracotte Milani chiuse intorno al 1967. La manifattura Etruria, che poi aprì a San Romano, secondo lei è quella che è rimasta più fedele alla tradizione Milani nei decori e nel trattamento delle superfici.