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Fabrizio Bertini

Ceramiche “Alice”, Montopoli in Val d’Arno Fine anni ’90 - ad oggi

Quella di Bertini è stata una sorta di riconversione artigianale: dopo un corso per ceramista abbandonò il posto nel calzaturificio nel quale lavorava per prendere in gestione il negozio di casalinghi di famiglia, dove svolge parte della propria attività ancora adesso.

Iniziò con l’acquisto di merce, ovvero di terracotta tipo Montopoli, fabbricata dalla ditta “Etruria” di San Romano, funzionando come rivendita fin verso la metà degli anni Novanta del XX secolo, quando l’“Etruria” chiuse i battenti.
Così iniziò a riprodurre i pezzi più antichi. La tecnica è ancora quella del disegno a crudo, con l’argilla incisa e dipinta prima di andare in forno per la doppia cottura, in modo da conferire quell’aspetto antico che caratterizza la terracotta di Montopoli.
Agli inizi degli anni Ottanta fece il corso di ceramica indetto dal Comune, insieme con il babbo di Fulvia, Vinicio Puccioni, e lo Zapparoli. Si ricorda come allora come insegnanti ebbe Vanni Eleonora; Giuliana Ciampini e Leda Ciampini insegnavano decoro. Come torniante c’era Cini di Montelupo. Il corso si protrasse per qualche mese.

Alla chiusura della ceramica “Etruria”, ha cominciato a produrla anche lui stesso per passione, ed oggi è diventata l’occupazione principale. Tuttavia ne realizza una modica quantità all’anno e soprattutto su commissione, sia di associazioni, che di privati. Tuttavia lui non tornisce direttamente, ma compra il crudo modellato a Montelupo Fiorentino, mentre realizza il decoro con il sistema dello spolvero e, quindi, la cottura con il suo forno elettrico. Molti degli spolveri che usa sono quelli fatto da Giuliana Ciampini; lui realizza spolveri soprattutto delle sequenze e dei decori accessori. Nella bottega attuale è conservato e visibile uno degli ultimi tornii della manifattura Milani.