La sede principale della manifattura ceramica di Dante Milani era situata poco fuori dal centro di Montopoli in Val d’Arno, dove si trovavano le strutture produttive ed i magazzini. Essa era infatti collocata in località “Fontacce”, non molto lontano dalla più antica località di Sant’Andrea alle Fornaci.
La zona non era ancora edificata sulle mappe del Catasto leopoldino e nelle modificazioni ad esso di poco successive, ed è quindi assai probabile che i vari corpi di fabbrica siano stati costruiti a partire dagli inizi del Novecento, se non nello stesso 1920, anno di inizio della produzione di laterizi a marchio L’Eterna, come affermato dallo stesso Milani.
Oggi il complesso della ex manifattura Milani risulta costituito da almeno 13 corpi di fabbrica di varia disposizione e dimensione.
Vista aerea della manifattura Milani
Dalle fotografie d’epoca, i racconti delle fonti orali e quanto è sopravvissuto a livello strutturale è stato possibile individuare la zona del forno e degli essiccatoi su un leggero dislivello orientato verso nord-est, l’area nella quale si trovavano le vasche per la decantazione prossima alla zona di lavorazione e decorazione dei pezzi verso nord-ovest, e le aree destinate a fini espositivi. Un altro edificio era destinato ad una famiglia di fattori che risiedevano lì e guardavano i cavalli dei Milani, ad una uscita quotidiana con i quali Dante non rinunciava quasi mai, ed un altro ancora ospitava gli uffici della manifattura. Questa organizzazione degli spazi è perfettamente coerente con il tipo di produzione realizzata e con le varie fasi di lavorazione della terracotta artistica di Montopoli, coincidenti con la prassi nota per la fabbricazione di ceramiche graffite e dipinte su ingobbio.
Forno
La fornace era costituita da una struttura quadrangolare, nella quale si trovavano una camera di combustione e due camere di cottura, disposte una sopra l’altra e separate da piani di posa forati. Il forno era dotato di un unico grande condotto per la fuoriuscita dei fumi principali, come si vede anche nelle cartoline d’epoca, ma aveva anche alcune forature accessorie per il controllo dell’ambiente di cottura. Come molte di queste strutture produttive sottoposte a forti shock termici, la fornace mostra oggi numerosi rifacimenti, più evidenti nella parte più prossima alla copertura e al comignolo e intorno alle porte di ingresso alle due camere di cottura. Al di là di questo, l’abbandono di questa parte del complesso architettonico, ne ha aggravato notevolmente le condizioni, tanto che minaccia rovina come l’ambiente per il primo stoccaggio dei materiali che le era addossato, oggi completamente crollato.
Essicatoio
L’essiccatoio grande sul retro era costituito da una tettoia a doppio spiovente sorretta da pilastri in laterizio che definivano un ambiente rettangolare praticamente aperto su tutti i lati. Oggi esso è stato chiuso con delle tamponature tra i montanti